Questa stagione arriva in Sardegna portando con sé una bellezza inaspettata, lontana dalla sua fama estiva. I paesaggi si tingono di bianco e, tra monti imponenti, eventi identitari e siti archeologici misteriosi, l’atmosfera si carica di una magia senza tempo.  

Monti innevati: una danza bianca nella Sardegna meno conosciuta

Se ti trovi sulla costa, il panorama si apre all’orizzonte rivelando l’imponenza dei monti incappucciati. Ogni passo intrapreso sui sentieri diventa una festa, una celebrazione dell’incredibile bellezza che la terra ci dona, e ogni vetta raggiunta è una vittoria che riscalda il cuore. Durante le escursioni, avrai l’opportunità di avvicinarti alla flora e alla fauna invernale, incontrando camosci che scivolano sulla neve e rapaci che solcano il cielo come la maestosa aquila reale. 

L’entroterra sardo è un tesoro di territori meravigliosi, ognuno con la sua magia distintiva. Salendo sul Monte Ortobene, la città di Nuoro scompare dalla vista, lasciando spazio a un panorama mozzafiato. Il Monte Limbara, nell’incantevole Gallura, offre panorami straordinari sulla costa e le isole circostanti mentre nella Foresta di Montarbu, la fiaba prende vita grazie alle querce secolari rivestite di muschio. Ma così sono anche tanti altri territori dell’isola, perché ogni suo angolo offre una sinfonia di colori, suoni e profumi che durante questa stagione si fanno più intimi e autentici. 

I tesori archeologici dell’isola 

L’inverno è il periodo migliore per scoprire i tesori archeologici che la Sardegna custodisce gelosamente. I siti si tingono di una magica quiete, come se le antiche pietre volessero sussurrare segreti di civiltà millenarie. I maestosi nuraghi emergono con fierezza tra il candore della neve alle altezze più elevate o tra il verde della campagna che li circondano.

Le città romane e i complessi preistorici diventano autentici racconti in cui il passato e il presente si fondono e, camminando tra le rovine, ti accorgerai della presenza ancora forte delle generazioni passate. In questo modo l’inverno diventa il momento perfetto per fare un viaggio nel tempo, un’opportunità per riavvolgere il nastro della memoria e lasciarsi ammaliare dalla magia di un passato millenario. 

I carnevali in Sardegna: un’esplosione di colori, magia e divertimento

Il carnevale in Barbagia è una festa unica e affascinante che si distingue per la sua profonda radice tradizionale legata al mito di Dioniso. Durante questa festività, i paesi della Barbagia celebrano antichi riti cruenti e tragici preservando l’essenza autentica del Carnevale. Del carnevale barbaricino sono molto famose le maschere, alcune tra le più celebri:

  • Mamuthones e Issohadores di Mamoiada, la maschera più famosa. I Mamuthones indossano maschere nere di legno e pesanti campanacci mentre gli Issohadores cercano di contenerli;
  • Thurpos di Orotelli, tra le maschere sarde dalla tradizione più longeva, i Thurpos rappresentano diversi momenti della vita contadina coinvolgendo il pubblico nel “gioco” carnevalesco;
  • Urthos e Buttudos di Fonni, mettono in scena una lotta animalesca tra di loro e si arrampicano sui pali e i balconi del paese;
  • Boes, Merdules e Filonzana di Ottana, sono buoi coperti di campanacci e pelli di pecora, uomini con maschere nere e la filonzana, l’unica figura femminile enigmatica e vestita di nero;
  • S’Urtzu e Sos Colonganos di Austis, maschere tradizionali caratterizzate dall’uso di ossa di animali per produrre un suono cupo e del corbezzolo di fronte al viso;
  • Su Bundu di Orani, rappresenta un personaggio vestito da contadino con una grande maschera di sughero.